Giovedì mattina, Sea-Watch 3 è stata informata dall’aereo da ricognizione Moonbird della presenza di diverse imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo Centrale. Il nostro equipaggio è riuscito a mettere in salvo 60 persone che viaggiavano a bordo di un gommone. Nel tardo pomeriggio sono state soccorse altre 17 persone, tra cui 9 bambini e nel cuore della notte tra giovedì e venerdì, una terza imbarcazione è stata individuata. L’equipaggio di Sea-Watch giunto sul posto ha prestato una prima assistenza, attendendo l’arrivo delle autorità maltesi che nel frattempo si erano assunti la responsabilità dell’intervento. Tuttavia le drammatiche e precarie condizioni delle persone a bordo hanno reso necessario un salvataggio immediato. Le persone sono ora tutte al sicuro a bordo della nostra nave. Durante la giornata di ieri Sea-Watch ha avvistato anche una barca in vetroresina ormai vuota ed è riuscita a documentare la cattura di altre 150 persone riportate illegalmente in Libia da parte della cosiddetta Guardia Costiera Libica.
Dal suo arrivo nella zona di ricerca e salvataggio a nord delle acque libiche una settimana fa, Sea-Watch 3 ha monitorato l’area nonostante le condizioni meteorologiche avverse. Nelle prime ore del 9 gennaio, con il miglioramento delle condizioni meteo marine, Sea-Watch è stata informata di almeno 5 diverse imbarcazioni in difficoltà nelle vicinanze. Dopo aver proceduto alle ricerche, il nostro equipaggio ha portato a termine 3 differenti operazioni di soccorso che hanno permesso di mettere in salvo 119 persone.
Nella sua prima missione di salvataggio, dopo essere stata trattenuta in porto per sei mesi, Sea-Watch è tornata ad essere testimone della violenza, delle negligenze e dei comportamenti criminali perpetrati, contro chi fugge dalla guerra in Libia, dalle milizie sostenute dalle politiche dell’UE.
All’arrivo nella zona di ricerca e soccorso a nord della Libia, il 31 dicembre 2019, Sea-Watch 3 è stata impegnata nella ricerca di un’imbarcazione in difficoltà con a bordo circa 45 persone che – secondo quanto riferito dalle autorità libiche e da alcuni pescatori tunisini – avevano chiesto aiuto almeno 50 ore prima del nostro arrivo. Sembra che l’imbarcazione sia tragicamente naufragata mentre tutte le persone a bordo risultano tutt’ora disperse.
Dal 2017, i centri di coordinamento di soccorso marittimo di Malta e Italia hanno sistematicamente delegato la responsabilità e il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso alla Libia. Ciò ha fatto sì che la maggior parte dei salvataggi effettuati nel Mediterraneo Centrale fossero operati senza il giusto supporto delle autorità competenti, da navi civili appartenenti a organizzazioni non governative.
Sul salvataggio di ieri, il capo della missione Sea-Watch 3, Johannes Bayer, afferma: “È un grande sollievo aver raggiunto queste 60 persone in tempo. Purtroppo durante i soccorsi non abbiamo ricevuto alcun sostegno dalle autorità europee. Queste persone sono ancora vive non grazie all’Europa ma perché, nonostante le politiche europee e il comportamento violento della cosiddetta Guardia Costiera libica, noi insieme alle altre ONG, siamo ancora nel Mediterraneo e continuiamo la nostra missione: salvare vite“.
Anche oggi l’aereo di ricognizione Moonbird è in volo sopra il Mediterraneo centrale e, durante le sue ricerche, ha già individuato diversi casi di imbarcazioni in pericolo
Sea-Watch rimarrà in area per cercare e assistere altre imbarcazioni in difficoltà, in attesa di un porto sicuro dove sbarcare le persone a bordo.