Nelle ultime settimane, per tre volte, le milizie della cosiddetta Guardia Costiera libica hanno sparato contro le navi di soccorso. Nonostante questo, sono le stesse navi della società civile a essere sanzionate. La Humanity 1 è stata sequestrata dalle autorità italiane per essersi rifiutata di comunicare con il centro di coordinamento dei soccorsi libico. Questo centro coordina appunto la cosiddetta guardia costiera libica nel Mediterraneo. Il blocco rappresenta una pericolosa escalation nella criminalizzazione del soccorso civile in mare, mentre solo quest’anno più di 1.700 persone sono morte nel Mediterraneo.
Non possiamo essere costretti a dare le nostre posizioni operative a milizie armate finanziate dall’UE, che ci sparano contro e che sparano contro le persone in cerca di protezione. Per questo una coalizione di 13 organizzazioni di soccorso, la Justice Fleet, ha annunciato pubblicamente che avrebbe interrotto la comunicazione operativa con il centro di coordinamento dei soccorsi libici. Ora le autorità italiane hanno risposto alla decisione dell’alleanza e hanno sequestrato la nave Humanity 1 nel porto di Ortona.
“C’è qualcosa di profondamente sbagliato quando chi difende i diritti umani viene punito, mentre chi li viola viene protetto e attivamente sostenuto dall’UE”, ha detto Janna Sauerteig di SOS Humanity. “L’UE deve porre fine alla sua complicità nei crimini quotidiani delle milizie libiche e perseguire chi viola il diritto internazionale, non chi difende i diritti umani e salva vite nel Mediterraneo centrale.“
Le autorità italiane fondano il loro operato sulla cosiddetta Legge Piantedosi, che obbliga le organizzazioni di soccorso in mare a comunicare con il centro di coordinamento dei soccorsi libici a Tripoli, in Libia.
“Il sequestro di Humanity 1 è un attacco a tutti noi e al diritto internazionale. La sua illegittimità è confermata dalla notizia della sospensione del fermo di Mediterranea, anch’essa punita per aver salvato vite”, afferma Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch. “Il diritto – continua Linardi – primeggia sulle politiche razziste degli stati e sulla criminalizzazione forzata delle Ong portata avanti dal Governo Meloni. In queste ore noi di Sea-Watch siamo in mare con Sea-Watch 5 e la nostra nave veloce Aurora che ha appena sbarcato 48 persone soccorse nel Mediterraneo centrale. Non ci fermiamo”





